Circolare tecnica n° 1 - Febbraio 2017 - APSOV al servizio dell'agricoltura APSOV al servizio dell'agricoltura %
Circolare tecnica n° 1 – Febbraio 2017

Circolare tecnica n° 1 – Febbraio 2017

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Circolare tecnica n°1 – Febbraio 2017

IMPOSTIAMO LA PRODUZIONE

La densità di spighe per m2 è un fattore fondamentale per mettere in condizione il cereale di raggiungere un adeguato livello produttivo.

Per ottimizzare il quantitativo di seme da impiegare Apsov ha creato la «APSOV LA APP» che fornisce indicazioni sulla corretta quantità di seme da impiegare di ciascuna varietà calcolata in funzione di:

  • epoca di semina
  • luogo di coltivazione

LA DENSITÀ DI SEMINA:

Spesso la paura di una scarsa densità porta l’agricoltore ad eccedere nella quantità impiegata, commettendo talvolta un errore difficilmente rimediabile.

Il cereale stesso è in grado di compensare la mancanza di piante con l’accestimento, l’aumento delle dimensioni della spiga e il peso dei singoli semi. Può anche regolare l’eccessiva fittezza attraverso la retrogradazione di alcuni culmi secondari.

La retrogradazione dei culmi secondari inizia quando la pianta ha finito l’accestimento e blocca lo sviluppo degli culmi in eccesso. È regolata da fattori ormonali dipendenti dallo stato di «benessere» della coltura in termini di disponibilità di nutrienti e luminosità.

Nel caso in cui l’eccessiva fittezza della coltura sia dovuta a culmi principali nati da seme, quest’ultimo meccanismo di autoregolazione viene meno e la coltura va incontro ai problemi legati all’eccessiva fittezza: rischio di allettamento, dimensioni della spiga ridotta, chicchi piccoli e striminziti, maggiore suscettibilità alle malattie fungine e alla stretta.

Il numero di semi da impiegare, anche per evitare inutili sprechi, non deve essere pertanto eccessivo ed è, per una semina in epoca «normale», pari a 400-450 semi germinabili per m2 per il frumento tenero, 350-400 per il duro e 250-300 per l’orzo. Per alcune varietà con basso indice di accestimento, come il Rebelde, ci si può spingere fino a 500-550 semi m2. In caso di semine anticipate è necessario ridurre la quantità di seme, viceversa per semine ritardate è opportuno incrementare la quantità di seme per compensare la riduzione di accestimento.

ACCESTIMENTO:

Il frumento ha la capacità di emettere culmi di accestimento tra le fasi di emissione foglie (terza foglia visibile) e il viraggio (differenziazione della spiga) che avviene a fine inverno. Diverse fattori ambientali ed agronomici possono tuttavia pregiudicare l’emissione di culmi secondari e portare a densità anche di molto inferiori alle 550-650 spighe/m2 ritenuto generalmente l’obiettivo ottimale per la maggior parte dei frumenti teneri. Riportiamo qui di seguito un elenco dei fattori climatici, pedologici, biotici, genetici e agronomici che possono concorrere nel limitare la densità colturale dei cereali vernini.

 

 

ESEMPI DI FATTORI CHE INFLUENZANO LA DENSITA‘:

 

Data di semina: una semina anticipata favorisce l’accestimento autunnale e la fittezza della coltura

 

 


Carenza fosforo: in caso di carenza di fosforo (piante a sinistra) la pianta è più stentata e non accestisce

 

 

Eccessiva profondità di semina: l’emergenza è rallentata e la pianta non ha abbastanza energia per fare emergere anche i culmi secondari inibiti dallo stato di stress della coltura

 

 


Compattamento del terreno: i suoli compattati (in questo caso per calpestamento) sono più «freddi» e favoriscono  ristagni e condizioni asfittiche che bloccano l’accestimento e limitano l’assorbimento dei nutrienti.

COME STIMOLARE L’ACCESTIMENTO IN CAMPO:

Nei casi di semine tempestive i cereali hanno generalmente avuto la possibilità di iniziare l’accestimento prima del sopraggiungere del clima rigido che ne ha bloccato lo sviluppo. Le semine più tardive non hanno invece consentito lo sviluppo autunnale dei culmi di accestimento e i campi si presentano piuttosto radi e necessitano di interventi agronomici mirati.

La concimazione azotata anticipata è l’operazione agronomica che consente di influenzare in maniera sensibile la densità della coltura per la sua influenza diretta sull’accestimento, fase che dura dall’emissione della terza foglia all’inizio della levata, fase in cui si ha la differenziazione della spiga. Una buona disponibilità di azoto in questa fase stimola l’emissione di culmi secondari. Normalmente la prima concimazione azotata di copertura viene effettuata a fine accestimento, periodo che va da metà febbraio ai primi di marzo, in base agli ambienti di coltivazione e all’andamento stagionale. In questa fase l’apporto azotato è fondamentale per garantire alla piantina una dotazione di elementi nutritivi tale da permettere l’impostazione di una spighetta con elevato numero di potenziali cariossidi. Questa fertilizzazione ha ancora un moderato effetto sul numero di spighe / m2, non tanto per lo stimolo all’accestimento ma perché riduce il fenomeno di retrogradazione dei culmi secondari già «avviati» dalla pianta.
Uno stimolo all’accestimento molto più incisivo è invece dato dalla concimazione fatta nella fase di inizio/pieno accestimento. In questo stadio, poche unità di azoto (20-30 unità/ha) distribuite in forma nitrica – il nitrato è immediatamente assimilabile dalla coltura – sono spesso determinanti per l’ottenimento e il recupero della densità ottimale.

I «FONDAMENTALI» DELLA CONCIMAZIONE AZOTATA

IMPOSTAZIONE DELLA CONCIMAZIONE

Per programmare la concimazione occorre aver ben chiari tre fattori:

1)fabbisogno di azoto

2)momento di applicazione  

3)frazionamento

Il fabbisogno medio di azoto per tonnellata di granella prodotta varia a seconda della specie e della classe qualitativa (tab. A). Determinando la produzione attesa, sarà possibile calcolare la quantità di azoto totale necessaria.

 

Il momento di applicazione, nel rispetto della quantità complessiva da distribuire, è uno strumento fondamentale per la «gestione» della coltura e consente di pilotarla correttamente per ottenere gli obiettivi quantitative e qualitativi.

ESEMPI DI CONCIMAZIONE DEI  FRUMENTI DI FORZA APSOV IN DIVERSE SITUAZIONI COLTURALI

Contributo e valorizzazione della sostanza organica

Nel computo delle unità di azoto distribuite bisogna sempre considerare il contributo dato dagli eventuali apporti di sostanza organica. Questo varia moltissimo principalmente in base a questi fattori:

  • Tipo di sostanza organica: letame, liquame, digestato, compost, etc.
  • Percentuale di sostanza secca (liquame, letame, compost, digestato…)
  • Momento di distribuzione: pre-semina, copertura
  • Frequenza di distribuzione: tutti gli anni, occasionalmente

Come ordine di grandezza possiamo dire che al cereale vernino vengono resi disponibili dai 15 ai 40 kg di azoto ogni 100 quintali di sostanza organica distribuita.

 

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