Circolare tecnica n° 1 - Febbraio 2016 - APSOV al servizio dell'agricoltura APSOV al servizio dell'agricoltura %
Circolare tecnica n° 1 – Febbraio 2016

Circolare tecnica n° 1 – Febbraio 2016

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Circolare tecnica n°1 – Febbraio 2016

FOCUS SULL’ANDAMENTO STAGIONALE

Temperature: per il terzo anno consecutivo, le temperature durante la prima fase di coltivazione dei cereali vernini sono state particolarmente miti, come evidenziano i grafici 1 e 2 in cui sono riportati gli scostamenti delle temperature minima e media del periodo ottobre gennaio degli anni 2013, 14 e 15 rispetto alla media del periodo 2000-13.

Nell’ultima stagione sono stata particolarmente elevate le temperature massime del mese di novembre, caratterizzato da giornate con insolazione «primaverile», e le minime di dicembre, mese in cui le escursioni termiche notturne sono state limitate dalla copertura nuvolosa o dalla nebbia. A titolo d’esempio riportiamo i grafici con l’andamento delle temperature massima e minima  e delle precipitazioni presso la nostra sede di Voghera

MINIME
MASSIME

Piovosità: molto al di sotto della media stagionale sono state le precipitazioni degli ultimi mesi. Le ultime due stagioni hanno presentato in Novembre andamento diametralmente opposto: pioggia eccezionalmente abbondante nel 2014 (normalmente oltre 300 mm in tutte le regioni) e quasi nulla nel 2015.

PRECIPITAZIONI

SITUAZIONE DELLE COLTURE

Le scarse precipitazioni hanno consentito di procedere senza interruzioni nelle operazioni di semina e le buone condizioni dei terreni e il clima mite hanno favorito una rapida emergenza e sviluppo della coltura. I cereali seminati in Ottobre-Novembre, sono in uno stadio di sviluppo molto avanzato rispetto alla norma, analogamente a quanto era successo nella scorsa stagione alle colture seminate nello stesso periodo. Ma a differenza dello scorso anno, per le scarse precipitazioni, non si sono mai avuti ristagni e condizioni asfittiche nel terreno. Le generalmente buone condizioni del terreno hanno quindi favorito un accestimento importante già prima della fine dell’anno e le colture si presentano generalmente piuttosto «fitte».

Il perdurare delle condizioni siccitose fino ai primi giorni di febbraio, ha rischiato di compromettere la generale buona «partenza»  delle colture. In molti ambienti, in particolar modo nel Nord Ovest e in buona parte del Centro Sud, le colture hanno evidenziato sintomi dello stress idrico, normalmente rientrati con le precipitazioni di inizio mese.

FOCUS SULLE COLTURE

Stadio di sviluppo: i cereali seminati in prima epoca sono in avanzato accestimento già a fine gennaio ed alcune varietà alternative negli ambienti più miti, stanno per iniziare la levata.

A titolo d’esempio, riportiamo qui di seguito le immagini di due appezzamenti di Rebelde seminati entrambi nella terza decade di ottobre,  dove si evidenzia l’elevata densità della coltura nonostante la varietà non abbia un indice di accestimento molto elevato.

REBELDE a Tessera (VE) - 19-01-2016

REBELDE a Tessera (VE) – 19-01-2016

REBELDE a Barge (CN) - 17-01-2016

REBELDE a Barge (CN) – 17-01-2016


Eccessiva densità: in alcuni casi la fittezza della coltura è addirittura eccessiva con possibili conseguenza negative: allettamento, maggiore suscettibilità alle malattie e agli stress, ridotto sviluppo della spiga, incompleto riempimento delle cariossidi con conseguente basso peso ettolitrico e dei mille semi.

In condizioni di eccessiva fittezza bisogna evitare di stimolare ulteriormente l’accestimento e lo sviluppo vegetativo, riducendo l’apporto di azoto nel periodo precedente la levata. La concimazione azotata è uno strumento fondamentale per gestire al meglio la coltura troppo fitta.

 

 IMPOSTAZIONE DELLA CONCIMAZIONE

Per programmare la concimazione occorre aver ben chiari tre fattori:

  •  fabbisogno  di azoto
  •  momento di applicazione  
  •  frazionamento

Il fabbisogno medio di azoto per tonnellata di granella prodotta varia a seconda della specie e della classe qualitativa (tab. A). Determinando la produzione attesa, sarà possibile calcolare la quantità di azoto totale necessaria.

Fabbisogno azotato

Conoscere il fabbisogno di azoto durante lo sviluppo della pianta è fondamentale per decidere il momento di applicazione: ciò consente di massimizzare l’efficienza nei periodi dove viene maggiormente richiesto ed evitare sprechi.

Il momento di applicazione, nel rispetto della quantità complessiva da distribuire, è uno strumento fondamentale per la «gestione» della coltura e consente di pilotarla correttamente per ottenere gli obiettivi quantitative e qualitativi.

 

CURVA

 

Il grafico soprastante  illustra come il fabbisogno di azoto cresca durante il ciclo della pianta sino a raggiungere il suo massimo in fioritura. Le quantità indicative di unità di azoto vanno apportate orientativamente in questi momenti di intervento:

1° apporto (da valutare) accestimento. Questo intervento deve essere valutato. Bisogna considerare che fino alla fase di 2-3 foglie il consumo di azoto è molto basso (meno di 20 kg N/ha) ed è normalmente soddisfatto da quanto reso disponibile dai residui della coltura precedente.

È  consigliabile quando si ha necessità di stimolare l’accestimento e la ripresa vegetativa.

Per le varietà a limitato accestimento e che richiedono un elevato numero di spighe/m2, per raggiungere una produzione ottimale, può essere utile una minima quantità di azoto (max 20-30 unità di azoto/ha), anche in caso di buona densità e soprattutto se non si è distribuito azoto alla semina.

È invece da evitare, in caso di elevata fittezza, in colture a maggiore rischio di allettamento come orzo, triticale e grano duro.

2° apporto (fondamentale) : pieno/fine accestimento. In tale fase la richiesta di azoto del cereale è stimato pari a circa un quarto del fabbisogno totale e cresce in maniera esponenziale durante la levata. Questo è l’apporto che precede lo stadio “spiga a 1 cm”, quando l’azoto non può mancare. Il quantitativo normalmente consigliato è di circa 40-60 unità N/ha. È  bene ricordare che in questa fase del ciclo l’azoto favorisce lo sviluppo della parte vegetativa e nel caso di colture fitte potrebbe originare futuri allettamenti. Visto l’andamento delle colture in questo inizio 2016, valutiamo attentamente gli apporti e riduciamoli soprattutto con frumenti duri e orzi con alti investimenti

Atn. Precessione

3° apporto (fondamentale): fase di levata o comunque dopo un intervallo di 3-4 settimane dal precedente intervento. Nella maggior parte dei casi, in questa fase si completa l’approvvigionamento apportando la quota residua della dose programmata sempre indicativamente stimata in 60-100 unità di azoto. Questo intervento influenza direttamente il numero di semi per spiga e le dimensioni degli stessi.

apporto: in fase di botticella l’azoto somministrato durante questa fase viene traslocato alla granella dove viene accumulato sotto forma di proteine. Questo intervento si rende strettamente necessario per la coltivazione dei frumenti duri e dei frumenti teneri di forza o panificabili superiori, apportando 40-50 unità di azoto.

In alcune annate, e soprattutto nelle regioni meridionali, l’andamento climatico determina una siccità superficiale del terreno che impedisce l’assorbimento da parte della coltura per via radicale. In queste situazioni può essere utile aumentare la dose nelle distribuzioni precedenti o integrare con fertilizzante in forma liquida.

Esempi frazionamento Azoto.emf

Gli esempi sopra riportati si riferiscono ad una situazione tipo di Rebelde della stagione in corso,  con coltura piuttosto fitta e buone prospettive di resa. Per questo la concimazione è «spostata» con distribuzioni più importanti verso la seconda fase della coltura, per non stimolare troppo lo sviluppo vegetativo, per garantire un adeguato apporto durante le fasi di riempimento  e per mantenere un adeguato tenore proteico.

Verifica in Campo

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