Il superamento della data tradizionale per la semina dei cereali autunno-vernini non deve scoraggiare i produttori, che possono protrarla, senza rinunciare a buone rese ed elevati standard qualitativi. Di seguito le informazioni essenziali per gestire al meglio le semine tardive.
Una varietà si definisce INVERNALE se, per passare dalla fase vegetativa (produzione di foglie e culmi) a quella riproduttiva (emissione della spiga), necessita di temperature comprese fra 4 e 10°C per un certo numero di giorni. Il lasso di tempo in cui la varietà invernale deve mantenersi a suddette temperature varia da 2 a 8 settimane, in funzione delle sue caratteristiche genetiche. Le cultivar che non hanno questa esigenza, ovvero che non richiedono periodi di VERNALIZZAZIONE, vengono definite ALTERNATIVE.
Apsov, durante tutte le fasi dell’attività miglioramento, sottopone le nuove linee a test di alternatività, attraverso semine in epoche e zone diverse. Grazie a questi studi, dispone di un ampia e solida collezione di dati che permette di individuare, per ciascuna varietà, il periodo di semina ottimale e la data oltre la quale è sconsigliato seminare. Tale data è definita per zone geografiche, in funzione delle temperature minime raggiunte a fine inverno e inizio primavera in quell’areale.
Una semina ritardata può influire negativamente sul numero di accestimenti, e quindi di spighe, uno 3 principali fattori produttivi. Questa tendenza deve essere compensata dall’aumento della dose di seme.
Condizioni metereologiche favorevoli durante la primavera possono incrementare uno degli altri 2 fattori (n. di semi per spiga e peso della granella), consentendo di ottenere produzioni ugualmente remunerative.
Nelle seguenti tabelle vengono riportate le varietà presenti nel catalogo Apsov, classificate in funzione della possibile epoca di semina.
Per maggiori informazioni e chiarimenti, potete contattare il vostro tecnico di zona.
Areale Nord
Areale Centro-Sud
